Alle pendici del Pizzo di Sevo

Monte le Vene, Macera della Morte, monte dei Quarti e monte della Morte.

Un'icredibile dedalo di pianori, fossi, creste e vette minori alle falde del Pizzo di Sevo; una luce meravigliosa esalta le infinite coltri bianche ed il lungo anello tra i 1900 ed i 2000 a Nord della Laga regala una giornata di Montagna indimenticabile. Montagna con la "M" maiuscola!


Bella ed impegnativa escursione per andare a visitare due cime per così dire “minori” nel mezzo dei Monti della Laga e poterne così osservare alcune tra le più alte elevazioni da una nuova prospettiva. Il punto di partenza è l’inizio della sterrata che, staccandosi dallo stradello che sale a Macchie Piane, conduce alla località delle “Sette Fonti” come anche indicato da alcuni cartelli escursionistici: il primo tratto in piano lambisce qualche rivolo fino a giungere il località Sette Fonti dov’è un’area recintata di captazione che lascia comunque fuoriuscire un discreto getto d’acqua proprio sotto la strada andando così a creare uno scintillante torrentello. Da quel punto la sterrata diviene via via più dissestata per poi trasformarsi in un sentiero discretamente segnalato con dei segnavia sugli alberi che si rivelano provvidenziali in alcuni tratti quando la traccia sul terreno è celata dalla coltre di neve nel sottobosco; superato un tratto allo scoperto che costeggia un muretto a secco si giunge ad una roulotte che era utilizzata per le attività pastorali ed è abbandonata da diversi anni e divelta dal peso della neve e dalle intemperie, non è certo un bel vedere ma nessuno si prenderà mai la briga di rimuoverne i rottami. Poco oltre, nei presi del Fosso San Lorenzo, si incontrano i segni di una vasta frana che ha modificato il terreno nascondendo il tracciato originario del sentiero: salendo comunque sul lato sinistro della frana si supera un profondo avvallamento ed aggirato lo smottamento si ritrova in alto qualche segnavia e più oltre una chiara traccia verso il crinale che culmina con il Monte le Vene di cui in breve si raggiunge la cima poco pronunciata. Dal Monte le Vene appaino in tutta la loro vastità, ulteriormente esalata dal manto bianco, gli altopiani che a sud conducono al Pizzo di Sevo mentre verso nord collegano con un lungo passaggio in quota con il Termine che si trova proprio alla base del cono sommitale della Macera della Morte: un cippo (adesso a terra) segna il punto di confine tra le regioni del Lazio, Marche ed Abruzzo mentre un tempo qui scorreva la linea di confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie. Forse il controllo di questi luoghi era considerato strategico nell’antichità ed alcuni sinistri toponimi come la stessa Macera della Morte ed il più esplicito “Monte dei Morti” potrebbero essere dovuti agli infausti esiti di battaglie tra eserciti rivali, inoltre secondo alcuni storici antichi si collocherebbe nei pressi della Macera una cruenta battaglia ingaggiata tra le forze di Annibale e le guarnigioni Romane che lasciò sul terreno innumerevoli vittime; d’altro canto storia ed immaginazione sul condottiero cartaginese si intrecciano in questa parte della Laga dove a poca distanza della Macera si trovano i sentieri ed il vado che la narrazione associa al passaggio dell’esercito di Annibale. Una volta giunti al Termine la vista si apre verso i Monti Gemelli e su un’originale prospettiva che avvolge l’intero arco descritto dalle cime dei Monti della Laga fino al Gorzano, un maestoso anfiteatro innevato ma che tra breve vedrà scorrere innumerevoli corsi d’acqua che poi sono proprio la caratteristica che rende queste montagne uniche nel panorama dell’Appennino peninsulare. Raggiungere il Monte li Quarti dal Termine è questione di poco tempo e nessuna fatica trattandosi di un tratto in piano fino a sporgersi dalla piatta cima che sui lati a sud ed ovest precipita in basso con ripidi valloni che descrivono un’orografia molto complessa con molteplici fossi. Dal Monte li Quarti per raggiungere la cima del Monte dei Morti non ci sono tracce e si individua il percorso liberamente a secondo delle condizioni del terreno, tenuto anche conto di un intricato reticolo di fossi che più in basso movimenta questo versante della montagna: nel nostro caso la presenza di tratti con neve cedevole alternati ad erba scivolosa e placche di liscia arenaria ha sconsigliato la discesa su pendenze accentuate e quindi abbiamo guadagnato la base del versante nord del Monte dei Morti con un aggiramento che ci ha portato sul fondo di un ultimo fosso piuttosto inciso e colmo di neve da cui abbiamo affrontato una salita diretta lungo un traiettoria piuttosto verticale resa possibile grazie ad un manto di neve portante, spuntando proprio in prossimità della cima da cui si è aperta un’inedita vista dal basso del Pizzitello del Pizzo di Sevo fino alla Cima Lepri. Per approcciare il ritorno dal Monte dei Morti abbiamo puntato direttamente alla cresta del Pizzitello affrontando una salita diretta, breve e molto ripida, e spuntando in cresta non distanti da quest’ultima cima. Una rapida valutazione sulla carta e l’osservazione del territorio hanno quindi consigliato il superamento della cima del Pizzitello per poi scendere alla sella che separa con il Pizzo di Sevo e da quel punto iniziare un lungo attraversamento in piano (Costa Stazzo di S. Lorenzo sulla carta) in direzione est fino ad affacciarsi sulla valle dove corre la Via Salaria. Procedendo a vista e sempre mantenendo la direzione est si attraversano lunghi declivi allo scoperto fino ad intercettare molto più in basso la mulattiera percorsa in salita, ormai nei pressi delle Sette Fonti da cui in breve si ritorna al punto di partenza.